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Nella nostra filiera tutti I processi produttivi sono continuamente ottimizzati per creare un nuovo modello di economia circolare fondato su un alto artigianato autenticamente sostenibile.

La pelle di vacchetta

Nella nostra filiera privilegiamo l’impiego di materiali biodegradabili e il recupero degli scarti produttivi.

Accanto alla nostra iconica pelle di vacchetta conciata al vegetale, le nuove collezioni impiegano nuovi materiali riciclabili e compostabili, come la pelle di vacchetta a bio-concia.

La vacchetta, da sempre materiale di elezione de Il Bisonte, è una pelle pregiata lavorata con la tecnica naturale della “concia al vegetale”, un procedimento antichissimo che impiega la polvere di tannino estratta dalla corteccia del castagno, della mimosa e del quebracho.

Il tannino esalta la qualità della pelle, rendendola morbida e resistente all’usura e regalandole un inconfondibile profumo di bosco e una sorprendente patina dorata.

Perché è una pelle sostenibile

La nostra vacchetta deriva solo ed esclusivamente da pelli di animali allevati per uso alimentare, che – se non utilizzate – creerebbero gravi problemi di smaltimento.
Per la sua concia al vegetale non vengono impiegati né il cromo né altre sostanze dannose per l’uomo e per l’ambiente. Il bando di agenti tossici come i coloranti azoici, il nichel e il pentaclorofenolo riduce il rischio di intolleranze legate all’utilizzo quotidiano di borse e oggetti di piccola pelletteria che risultano ben tollerati anche dagli allergici ai metalli pesanti.
A fine vita, grazie alle sue caratteristiche chimico-biologiche, la pelle di vacchetta conciata al vegetale può essere smaltita con facilità.
Anche la maggior parte delle sostanze utilizzate durante la sua lavorazione delle pelli viene recuperata, lavorata e riutilizzata in altri settori. Il pelo tolto dalle pelli grezze, ad esempio, è reimpiegato in agricoltura come fertilizzante mentre i fanghi provenienti dai depuratori vengono riutilizzati in edilizia per la produzione di laterizi.

Tipologie di vacchetta

VACCHETTA CLASSICA
VACCHETTA VINTAGE
VACCHETTA METAL

Come si produce

La qualità richiede tempo e la vacchetta non fa eccezione a questa regola. Da quando le pelli grezze, conservate sotto sale, cominciano a essere lavorate a quando sono pronte per essere utilizzate passano non meno di 20 giorni. L’intero processo produttivo si compie all’interno della conceria.
Una volta selezionate, le pelli vengono innanzitutto “rinverdite”, cioè lavate e reidratate. Passano poi nei bottali, dei grandi contenitori cilindrici in legno stagionato e a tenuta stagna, simili a gigantesche lavatrici. Qui, grazie all’impiego della calce, vengono eliminati pelo ed epidermide. La pelle è pronta per la decalcinazione, la macerazione e lo sgrassaggio, che avvengono attraverso numerosi passaggi in bottali diversi.

La vacchetta viene poi lavorata con grassi animali e trattata con il tannino e le aniline, entrambi vegetali, e poi lasciata asciugare.
Al termine dell’essiccamento per ottimizzarne qualità e aspetto un passaggio fondamentale è costituito dalla follonatura, una lavorazione a secco (senza acqua) che con l’aiuto del calore spezza le fibre interne della pelle rendendola particolarmente morbida al tatto. È in questa fase che si stabilisce anche se evidenziare la grana della pelle o renderla più omogenea alla vista.

Come e perché invecchia

I conciatori lo ripetono in continuazione: per comprendere davvero la qualità e l’autenticità di una borsa o di un accessorio in pelle di vacchetta bisogna sottoporla alla prova del tempo. Subito dopo la concia, infatti, non è semplice distinguere una pelle conciata chimicamente da una trattata al vegetale. L’unica prova eloquente della sua naturalezza è la capacità di invecchiare splendidamente.

Tutti i nostri prodotti in vacchetta invecchiano senza rovinarsi, anche quelli in colori diversi dal naturale.

Le sue origini

Il termine vacchetta è il diminutivo di vacca. Per estensione indica la pelle del bestiame vaccino. In italiano arcaico con “vacchetta” s’intendeva un libro di pelle in cui in si scrivevano giornalmente le spese minute di una famiglia. Nelle sacrestie indicava il registro delle messe.
L’arte della concia al vegetale ha origini preistoriche, ben documentate in tutta la Toscana. Nell’antichità le pelli di vacchetta, grazie alla loro straordinaria resistenza all’usura, erano impiegate prevalentemente per realizzare le scarpe dei pastori e dei militari e le bisacce da caccia.

Il procedimento della concia aveva regole ferree già ai tempi nel Medioevo e nel Rinascimento. A stabilirle, fin dal tempo delle Arti e delle Corporazioni della Repubblica Fiorentina, era lo Statuto dell’Arte Minore dei Cuoiai, maestri artigiani eredi di un’esperienza secolare nel miscelare i tannini estratti dalle piante e nel lavorare le pelli in modo artigianale e manuale.

Accanto e insieme alla pelle di vacchetta, le creazioni de Il Bisonte impiegano da sempre tessuti di alta qualità: tele di cotone e lino colorate filo per filo; panni di lana casentinese prodotti con metodi tradizionali ottocenteschi nella “valle dei tessuti” tra Firenze e Arezzo; poli-cotoni, resistenti come tessuti tecnici e belli da vedere e da toccare.

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